La pellicola narra la storia di László Toth (interpretato da Adrien Brody, premio Oscar 2003 come miglior attore per Il Pianista), un architetto ungherese ebreo che, scampato alla persecuzione antisemita, arriva nel 1947 negli Stati Uniti assieme alla moglie. Gli eventi si svolgono in un arco temporale di trenta anni durante i quali la vita di Toth cambierà radicalmente passando da una condizione di povertà a quella di affermato architetto moderno.
Qui negli Stati Uniti l’incontro col il ricco uomo d’affari della Pennsylvania Van Buren segnerà una svolta nella vita e nella carriera di Laszlo Toth: Van Buren infatti chiederà all’architetto di progettare per lui un imponente monumento modernista, un unico blocco in marmo destinato a svettare sulla collina dove si trova la sua proprietà, concepito come un edificio dalle molteplici funzioni fra luogo di preghiera, biblioteca, auditorium e palestra.
Attorno al progetto di questa architettura, che cresce si sviluppa, troviamo una rete di relazioni che cambierà sostanzialmente non solo la vita professionale di Laszlo, ma anche quella personale fino a impregnare tutta la storia di significati che trascendono le pratiche architettoniche per portarci all’interno di un viaggio fatto di materia, di natura, umanità e di contrasti sociali. Un film dai toni cupi, ricco di mille sfumature che ha riscosso successo a Venezia e ha mostrato la piena maturità artistiche del regista che ha anche scritto la sceneggiatura.
E quando di parla di materia grezza e di marmo ecco che inevitabilmente giungiamo, per una via o un’altra, a parlare di Carrara. Da Budapest alla città del marmo col suo inconfondibile skyline delle Apuane, il passo è piuttosto stato breve: il regista e la produzione hanno scelto la città di Carrara e le sue cave per ambientare la parte del film che si riferisce alle fasi di scelta da parte di Toth delle pietre con cui costruire l’edificio commissionato da Van Buren. Alcune scene cruciali del film sono state girate infatti davanti allo storico punto vendita dell’antica drogheria Riacci, in corso Rosselli, e nelle cave Bettogli che hanno fatto da sfondo ad alcune delle scene del film più significative.
Andrea Chimento, critico de Il Sole 24 Ore, nella sua recensione del film, afferma che quella offerta dal film è ‘una visione impossibile da dimenticare’. Un film che è ‘una enorme esperienza di fascino’. Per concludere così: «Splendida è soprattutto una parte ambientata tra le cave di marmo di Carrara, ma i momenti da ricordare sono molteplici e già dalla prima sequenza si nota l’ispirazione del regista nel costruire un’opera tra le più interessanti dell’intera stagione».
Ancora una volta siamo felici di rilevare come l’intenzione Corbet si allinei nel raccontare questa storia con l’idea che ci sia un legame speciale fra marmo, architettura e arte laddove il marmo dona all’architetto, come all’artista e al designer, l’opportunità di immaginare e trasformare i propri sogni, progetti e visioni.
Ancor più felici di accogliere i protagonisti della settima arte nella nostra città e nelle nostre cave, regalando loro una esperienza tanto intensa quanto densa di significato.